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PAGINA DELLE NOVITA' E DELLE RECENSIONI
Mercoledì 17 maggio 2000 Il Resto del Carlino
Il
pesce azzurro nel nostro mare sembra essere uno dei più grandi antidepressivi
naturali in circolazione
Grandi mangiatori di sardoni i riminesi. Il culto della patacata potrebbe essere nato proprio attraverso generazioni cresciute a sardoncini in tutte le salse. Il pesce azzurro del nostro mare, abbondante a tutte le stagioni e sempre a buon mercato, sembra sia il più potente antidepressivo naturale in circolazione. La notizia è di ieri: il potere del pesce azzurro di tirarci su il morale sarebbe dovuto all’Omega 3, un acido grasso benefico che agisce anche sul sistema nervoso. Lo ha decretato la ricerca di una università australiana. Nella pescheria del mercato coperto la notizia è arrivata per ora solo in parte. Ma il pesce azzurro va sempre forte. Tutti ne conoscono le benefiche qualità. Così alle 11 gli sgombri, a 8mila lire al chilo, sono già finiti. Non mancano invece le sardine (a quattromila lire al chilo) e c’era abbondanza di sardoncini (seimila lire). «Sono antidepressivi? Allora li porto a casa subito», decreta Cesarina Morri che gestisce un banco assieme a Rosa Morri. «Lo so che il pesce azzurro fa bene, soprattutto per il colesterolo – afferma Giovanna Pulzoni che ne ha appena acquistato un chilo –. Se poi mette anche un po’ di allegria, lo mangerò anche più spesso». Paolo Fabbri, anche lui pescivendolo, ha sentito il servizio in televisione sui pesci azzurri portatori di buonumore. «Ho incontrato un amico che dice che avrebbe mangiato sardoni per togliersi la depressione. Lui è depresso perché sua moglie va a letto con un altro». Ecco là la patacata, tipica produzione del grande assuntore di sardoni. Lo sgombro potrebbe essere un toccasana anche contro le corna? In pescheria c’è un banco che vende esclusivamente pesce azzurro. E’ quello di Donatella Paglierini che mostra un depliant sulle qualità di sgombri e sardine. Dove viene citato l’Omega 3 come ‘grasso buono’ prezioso per lo sviluppo e per la prevenzione di numerose malattie. E ora anche meglio di una pillola di Prozac.
Lorenza
Lavosi
Da un anno i contributi per il fermo pesca non sono ancora stati distribuiti. Il gasolio che, invece, continua inesorabilmente a correre verso prezzi esorbitanti. La categoria dei pescatori rischia una crisi nerissima. E’ un «allarme rosso» quello lanciato da Lega Pesca che «pretende interventi tempestivi e urgenti da parte del Governo». Perché il settore è in costante crisi e ci sono migliaia di imprese sempre più vicini al fallimento. «Siamo stanchi di essere presi in giro _ si legge nella nota della Lega regionale _. Questi atteggiamenti irresponsabili possono provocare l’esplodere di una tensione già alta e generalizzata». Dato che ci sono oltre 60mila, tra armatori e membri d’equipaggio, che aspettano di ricevere dal ’99, quel «premio» per il blocco della pesca. Intanto sono stati nominati i nuovi membri della presidenza di Lega Pesca. Ad affiancare il riconfermato Ettore Ianì (presidente nazionale) ci sarà anche Giovanni Fucci, responsabile regionale dell’associazione assieme al collega Stefano Gini dell’area toscana.
a.m.
Martedì 16 maggio 2000 Il Resto del Carlino
Bellaria
Visita guidata di Scenna, organizzata dalla Cooperativa pescatori, nel
degrado del molo che
affonda
Sabato 13 Maggio 2000
da "IL RESTO DEL CARLINO",
titolo : "DOPO LE BOMBE, PESCATORI A SECCO", Di Mario Gradara.
"Ci fanno pagare persino le tasse sul rimborso da fermo pesca per motivi bellici che non abbiamo mai avuto! Nonostante una legge ad hoc e le assicurazioni di due ministeri. E' uno scandalo!" Ha un diavolo per capello Stefano Gori, direttore della Cooperativa Piccola Pesca di Bellaria Igea Marina. Nel mirino Ministero di Agricoltura e pesca e Ministero del tesoro. "Uno stop durato in pratica l'intera scorsa estate per il problema delle bombe sganciate dagli aerei NATO in Adriatico - aggiunge Gori - . Da noi sono state fermate 7 barche in un primo periodo e 26, di altura, nel secondo. In tutto viaggiamo sui 350 milioni di rimborso, metà stanziato dall'Unione Europea, metà dallo stato Italiano". Domanda: dove sono finiti i soldi? "Non si sa -continua Gori- . Dallo scorso Dicembre ci dicono che sono in arrivo. Mai visti. Ci sono famiglie di pescatori che si sono indebitate, pagando in anticipo ai propri dipendenti gli stipendi, ed esponendosi presso anche alcune banche." Danni di guerra a parte, i pescatori si sono battuti per avere contributi da fermo-pesca biologico "ordinario" (per lo strascico). Ma lo stato nicchia, dicendo che sarebbe concorrenza sleale verso alcuni paesi. Riguardo all'estate 2000 non si sa se il fermo biologico per la pesca a strascico verrà riproposto. "Lo auspichiamo -continua Gori-. Lo stop serve a ridare fiato alle specie in riproduzione. Per cui lo faremo anche gratis". Nessun problema di approvigionamento per i tantissimi ristoranti di pesce della riviera: "per quelli c'è sempre il grande serbatoio della pesca da posizione fissa -continua il direttore della Cooperativa Piccola pesca di Bellaria- che fornisce le risorse necessarie alla buona tavola per turisti e residenti". Sul tema interviene anche AN di Bellaria: "Chiediamo al sindaco se sa niente dei mancati rimborsi da parte ministeriale per il fermo-pesca della stagione 1999. A tutt'oggi decine di famiglie attendono il rimborso, il che ha provocato danni alla categoria intera. Il paradosso è che oggi queste persone devono fare la dichiarazione dei redditi, voce IRPEF, dovendo includere il rimborso mai percepito dallo Stato inadempiente." Insomma, cornuti e mazziati.